ARTIGIANATO ITALIANO E TRADIZIONI GIAPPONESI
La Ferrari ci sta abituando a delle splendide creazioni, estremamente personalizzate, parto di quel reparto “Tailor Made”, che ti cuce, letteralmente addosso, l’auto. Un programma super esclusivo (d’altronde, chi approccia in Ferrari non dovrebbe avere problemi di sorta) capace di fare miracoli. Un team di esperti segue passo, passo, il cliente, interpretando e portando nel mondo reale, le sue intenzioni, il tutto secondo i rigidi standard qualitativi della casa. Oggi vediamo un’altra di queste vetture, una “Ferrari Roma Tailor made” ispirata alla cultura delle tradizioni giapponesi. Evan Orensten e Josh Rubin, fondatori della rivista USA, di design, Cool Hunting, supportati da Flavio Manzoni (Chief design Officer), hanno avuto la possibilità di sbizzarrirsi a dovere, spingendosi al limite del programma di personalizzazione e hanno optato per i metodi artigianali, della tradizione giapponese. Ovviamente, materiali e lavorazioni, si sono dovuti adeguare alle esigenze funzionali, di un’auto ad altissime prestazioni, come la Ferrari Roma. La tradizionale tintura giapponese indigo ha ispirato la colorazione, un blu brillante, sviluppato appositamente per questa vettura, definito Indigo Metal. L’indigo è una tinta giapponese, prodotta da una specifica e antichissima coltivazione. La tonalità indigo si ritrova anche nel tessuto Sakiori, usato per numerosi inserti interni, su sedili e tappeti. Il Sakiori è un tessuto, la cui lavorazione risale al Settecento e per la realizzazione di detti inserti, è stato utilizzato il cotone di due antichi kimoni, mischiato a filamenti di nylon. Anche le pelli, che riportano il leitmotiv dell’indigo, sono frutto di una particolare lavorazione a cera. Le maniglie interne sono rivestite di pelle nera, intrecciata a mano, secondo la tecnica “tsukami”, l’antica arte di avvolgere le impugnature delle Katana. Il cancelletto del cambio, levette, l’arco del doppio cockpit, i cerchi e il Kamon, sono color rame, d’ispirazione Kaikado, un’antichissima azienda nipponica, che produce famosi oggetti in questo metallo. La targhetta della personalizzazione, incastonata nel bracciolo centrale e sul battitacco, è un “Kamon”. Si tratta di un sigillo storico, che in questo caso rappresenta la ruota di un carro trainato da buoi (veicolo in voga tra gli aristocratici del periodo Heian, 794 – 1185), con otto razze, che ricordano i pistoni del V8. Numero che viene ripreso anche dalle otto creste d’onda, che circondano la ruota. Ricordiamo che, sotto al cofano, pulsa un V8 da 620 Cv.